Con lo scorso appuntamento de Il Telefirelli abbiamo completato la prima carrellata sulle nozioni preliminari, sull’ABC, su ciò che si deve assolutamente sapere quando si ha intenzione di avvicinarsi al fantastico mondo di un telefilm dipendente e si vuole iniziare a masticare un po’ della sua terminologia.
Ora, dopo aver gettato sapientemente e diligentemente le fondamenta, possiamo addentrarci a esplorare l’Universo Parallelo che nasce in contemporanea con la messa in onda di un qualsivoglia show.
Il pilot è solo il punto di partenza di un cammino di perdizione che, se intrapreso, porterà poi il maniaco seriale a perdere anche quel briciolo di sanità mentale che ancora fievole alberga in lui e a dimenticarsi persino di mangiare, di lavarsi, di cambiarsi il pigiama di flanella con i koala in amore su un eucalipto, di avere degli amici che stanno seriamente pensando di mobilitare la Farnesina pur di avere sue notizie, di dare gli esami all’università. Insomma, di avere una vita al di fuori di ciò che accade dentro lo schermo del suo amatissimo computer.
È bene che sappiate però, miei cari lettori, che il Mondo nel quale stiamo per addentrarci è oscuro e pieno di perigli, una selva selvaggia alla Dante Alighieri nella quale perdersi è facilissimo senza un Virgilio che ci guida, un Lato Oscuro molto lusinghiero e fautore di allettanti e dolci promesse capaci di abbindolarci alla stessa velocità con cui Flash riesce ad attraversare Central City.
Sto per introdurvi, miei valorosi Jedi, nel mondo dello shipping.
Non ci si può definire veri telefili se non si sono manifestati anche questi sintomi. Un maniaco seriale li deve necessariamente per forza di cose avere. Altrimenti si è come un episodio senza i suoi sottotitoli, come Lord Voldemort senza il suo Avada Kedavra, come il Dottore senza la sua TARDIS, come l’Abbraccio della Mulino Bianco senza la sua metà al cioccolato, come Antonio Banderas senza Rosita. Insomma, si è incompleti.
E questo non va bene.
Ma procediamo as always con ordine e gradualmente ad introdurre questa nuova serie di termini.
FANDOM
Il fandom è il regno dei fan. La loro Terra di Mezzo tra la vita reale e il meraviglioso mondo delle serie tv. Per una definizione più scientifica e accurata possiamo dire che il fandom è una comunità di persone unite da un’unica passione – che sfocia generalmente in un disturbo ossessivo – compulsivo con alto tasso di disagio – per una saga letteraria o cinematografica, un manga, un anime, una serie tv.
Capite bene che il fandom può esistere su tutto. Il fandom sostanzialmente è tutto. E una volta entrati non se ne esce più.
Il fandom diventa una seconda casa, una seconda famiglia, il porto sicuro dove approdare dopo una tempesta, un’oasi di ristoro dove si condividono gioie (POCHE GIOIE), dolori (MOLTI DOLORI), scleri, commenti più o meno sensati o più o meno disagiati.
MULTIFANDOM
Con questo termine si indica l’unione di più fandom assieme. Si crea così una grande famiglia allargata, una famiglia che ingloba al suo interno altri nuclei che si combinano tra di loro instaurando relazioni più o meno logiche e sensate o in casi estremi una collisione che supera i confini dello spazio e del tempo arrivando persino a sfidare le leggi dell’assurdo.
Non esistono limiti nelle menti dei fan. Non si possono porre confini. L’impossibile lo si sta teorizzando, per l’assurdo si è ancora in fase di progettazione.
Esempio famosissimo di questa particolarissima realtà ma per nulla fuori dall’ordinario è il SUPERWHOLOCK, un multifandom che racchiude al suo interno i fan di Supernatural, quelli di Doctor Who e quelli di Sherlock.
FANGIRL e FANBOY
Le fangirl e i fanboy sono coloro che popolano i fandom. Sono individui che hanno bellamente mandato a farsi benedire la loro sanità mentale, la loro dignità e la loro reputazione in favore di un’ossessione pericolosissima per un attore, per una serie tv, per una saga cinematografica o letteraria, per un cantante o una band, per i loro flaconi di shampoo e di balsamo che combinati insieme rendono i capelli come la seta, morbidi lisci e perfettamente districati da tutti i nodi, per il biscotto con le gocce al cioccolato che con il latte e caffè creano un’armonia di sapore paradisiaca, per quella gonna accaparrata dopo una sanguinosa lotta corpo a corpo con un’altra maniaca dello shopping che con quel preciso paio di scarpe creano un outfits da Red Carpet.
Insomma, le fangirl e i fanboy possono sviluppare un’ossessione per QUALSIASI cosa, sia per persone reali o fittizie, sia per animali reali o immaginari, sia per oggetti.
Una volta che la loro dipendenza ha raggiunto livelli da ricovero coatto in un CIM, le fangirl e i fanboy si sentono investiti del dovere morale di condividere il loro status e la loro ossessione con il resto del mondo e non dargli tregua di notte, di giorno, a tutti i minuti, le ore di tutti gli anni bisestili e non.
Le loro principali occupazioni consistono in:
– tweettare compulsivamente al proprio oggetto di ossessione un triliardo di volte al giorno nella speranza di ricevere un retweet o una stellina arancione;
– stalkerarli attivamente rischiando di arrivare a ottenere un ordine di restrizione;
– spendere ingenti capitali per assistere a convention, première, tour disseminati in tutti e quattro i punti cardinali del Globo;
– aprire quel girone infernale di Tumblr ancora prima di infilarsi le pantofole per scendere dal letto;
– emettere ultrasuoni percepibili solo dalle megattere che popolano il Pacifico per l’uscita di una still sfocata, per una foto dove si vedono i punti neri o la strisciata del fondotinta che manco una gomma sull’asfalto dopo un’inchiodata;
– piangere istericamente per QUALSIASI cosa, anche per uno stranuto di troppo;
– utilizzare espressioni tipo «asjahkdyuewfheofheprogh», «my feelings», «I can’t do it», «my tears», «OMG» e le sue varianti «OH EM GI», «OH MY DEAR LORD»;
– avere album strapieni di foto dei loro beniamini divisi per anno, in ordine crescente in base all’intensità dei feelings provati per episodio, per colore degli outfits, per stagioni televisive, in base alla lunghezza dei loro capelli (ogni riferimento a Jared Padalecki è PURAMENTE casuale).
Nonostante tutto, le fangirl e i fanboy riescono a mantenersi nei limiti della umana e civile convivenza all’interno della società, preferendo disagiare e sclerare con i loro simili in appositi gruppi di Facebook, sulle loro bacheche del social network di Zuckerberg (tanto gli amici ti possono sempre oscurare, VERO?!), sulle loro dashboard di Tumblr.
SHIP
Abbreviazione dell’inglese relationship, il termine indica la coppia di una serie tv o di una saga letteraria o cinematografica particolarmente amata per la quale si desidera amore eterno, unione indissolubile e felicità fino alla fine dei tempi.
Dal termine ship derivano poi il verbo SHIPPARE, che sta a indicare il coinvolgimento emotivo e/o intellettuale e/o fisico e/o mentale per nulla sano ed equilibrato dei fan nell’evolversi della relazione tra i due personaggi della sua ship, e il sostantivo SHIPPER che designa colui che shippa.
Il vocabolario delle fangirl e dei fanboy tende ad essere popolato da così tante abbreviazioni e sigle che nemmeno il codice fiscale ne contiene così tante. Per questo, tendono sempre a formare una crasi tra i nomi dei due personaggi shippati, a fondere cioè i loro nomi per crearne uno nuovo che andrà a denominare la stessa ship. Questo processo si chiama SHIP NAME.
Alcuni esempi possono essere: Romione (Ron + Hermione), Delena (Damon + Elena), Klaine (Kurt + Blaine), Finchel (Finn + Rachel), Brittana (Brittany + Santana), Haleb (Caleb + Hanna).
Lo shipper non ha però una sola ship, ma tende a sviluppare un’ossessione anche per altre coppie di personaggi appartenenti allo stesso show o ad altri show o ad altre saghe. In questo caso, le fangirl e i fanboy saranno affetti da quella terribile patologia chiamata MULTI SHIP.
Se un fan, per motivi ancora oscuri anche alla scienza, inizia a shippare due personaggi di cui uno è già la metà perfetta di un’altra coppia si incorrerà nella CRACK SHIP, ovvero nella separazione di quella che è la coppia canon. Esempi di queste particolari situazioni sono la Kurtbastian (Kurt + Sebastian), la Seblaine (Sebastian + Blaine), Sebtana (Sebastian + Santana)*.
In casi di CRACK SHIP o in casi anche di ship canon, molte volte (se non sempre!) i fan finiscono per insultarsi, prendersi a male parole, a tirarsi i capelli, a lanciarsi le peggiori macumbe, a rotolarsi nel fango in una lotta corpo a corpo per difendere la loro coppia dagli attacchi degli altri fan che non possono proprio sopportare di vedere insieme i propri beniamini. Facebook, Youtube, Tumblr, le Smemorande della scuola, i diari segreti rosa che nascondiamo nel doppio fondo del nostro armadio sono generalmente popolate da quelle che comunemente vengono chiamate SHIP WAR, veri e propri accapigliamenti sanguinosi tra fan.
GUILTY PLEASURE
Tradotto letteralmente significa piacere colpevole e indica quelle serie tv che ci vergogniamo profondamente di guardare ma a cui non possiamo proprio rinunciare. Scarsa qualità, trama non-sense o ridicola, personaggi più stupidi dei tacchini, intrecci scritti da Tonio Cartonio strafatto di Scivolizia ma nonostante tutte queste gravissime mancanze ci tengono incollati allo schermo fino all’alba e ci procurano due borse sotto gli occhi che manco la spesa alla Conad.
FANFICTION
Se conoscete questo termine e soprattutto se ne leggete, siete arrivati allo stadio terminale.
Per chi non lo sapesse, una fanfiction (FF o fanfic abbreviato) è un racconto più o meno lungo scritto dai fan che ha come protagonisti i due personaggi tanto amati. Siccome nello show i due poveri cristiani non riescono a stare insieme e a convolare a giuste e meritate nozze per colpa delle circostanze, di altri personaggi o dei produttori stessi, allora lo shipper si organizza con il suo bravo foglio di Word e butta giù una storia, la sua personalissima versione di come dovrebbero andare le cose se a sceneggiare lo show ci fosse lui. Solitamente sono infarciti di scene di sesso e di performance sessuali così acrobatiche che manco una ginnasta campionessa mondiale but WHO CARES? Loro sono felici perché finalmente riescono a stare insieme e noi pure perché siamo riusciti a ottenere, in un modo o nell’altro, quello che tanto desideravamo. L’ordine del mondo si ripristina, il sole torna a splendere, gli uccellini riprendono a cinguettare nel cielo e la vita torna a sorriderci.
* Ringraziamenti sentiti vanno a Glee per averci fornito validi esempi esplicativi.
Cara la mia anna_who,
c’è un errore nella tua recensione. La spesa la si fa alla CONAN non alla conad hahahahahah
Comunque, popolo di shippers, appartenenti a ogni fandom possibile e immaginabile, senza più vergonga e senza limiti…siamo tutti uguali ahhahaha
<3